EmmeBi editing |
7/04/2006
About EMmeBI Nasco nel Giugno del 1968 e vivo il mio primo quarto di secolo a Livorno, ridente e ridanciana città che si affaccia sul Tirreno dove : pratico in modo superficiale tutti gli sport possibili e immaginabili, boccio in terza media, non cado mai dal motorino, cambio gusti musicali ogni mese, vivo borghesemente gli anni 80, viaggio molto con mamma e babbo, mi innamoro della lettura il giorno dopo la maturità, suono il basso, veleggio, mi rinchiudo nei cinema, scrivo cose al limite del pornografico su riviste universitarie, mi laureo a Pisa (...o vituperio delle genti....) in Economia e Commercio con una simpatica tesi sullo sfruttamento economico del nome e dell'immagine di personaggi celebri, parecchio citata in giro. Insomma mi diverto un bel po'. In una spiaggia di Trancoso (Bahia, Brazil) di fronte a una Bramha gelata stabilisco una volta per tutte di non voler fare il commercialista. Decido quindi di salire a Milano per masterizzarmi in Comunicazione e Immagine d'impresa: Francesco Morace, Emanuele Pirella e Annamaria Testa sono i miei docenti preferiti. Passo i successivi tre anni rinchiuso alla A.C. Nielsen multinazionale delle ricerche di mercato a fasciarmi la testa sulle share nel mercato delle merendine e degli estrusi (?!?). Divento Account Client Manager per il gruppo Danone, senza chiedermi tanti perchè. Nel 1998 mi ripiglio e provo ad unire il mio amore per la musica e per la tv con ciò che avevo imparato fino ad allora, collaboro così con la allora Film Master Clip (ora Clip Television) facendo il producer su un progettone musicale per Heineken (Heineken Music Club, ideazione e produzione del Jammin' Festival di Imola, produzione programmi tv per MTV e Italia 1, attività di P.R. e co-marketing con network radiofonici), per TIM (programma tv Rapido e progettazione road show in barca delle tre ragazze), collaboro ai testi di alcuni programmi (Centrifuga su RaiUno , Blu su Tele+, special su Jammin' Festival su MTV e Tele+), e mi metto il cappello da producer per alcuni videoclip italiani. Nel 2002 insieme ad alcuni amici mi invento Jetlog, un’agenzia che opera anche su internet e che si occupa di organizzare viaggi tailor-made. Nel 2003 conduco un programma settimanale radiofonico su RadioDue con Luca Sofri dal titolo “Ogni Maledetta Domenica”. Ultimamente collaboro da free lance con agenzie pubblicitarie, relazioni pubbliche, uffici stampa, ma anche come consulente di comunicazione per alcune aziende, enti amministrativi ma anche artisti musicali. E poi ho una rubrica settimanale su Il Foglio che si intitola “Consigli a Lapo” dove tratto argomenti di “post-marketing”; scrivo la rubrica di tecnologia su Style Magazine del Corriere della Sera e collaboro con Vanity Fair e D di Repubblica. Sono tra gli autori del libro CoolBrands e Brand 2.0. Dal gennaio 2008 collaboro al programma televisivo Markette in onda su La7. Continuo ad essere curioso per cose nuove e stimolanti: se volete contattarmi, scrivetemi pure. Adesso girano attorno a me: una pila di dieci libri da leggere, Bionicle, parecchi giga di mp3, arretrati di serie tv americane, bustine di Mocaccino Nestlè, interviste da sbobinare, aforismi di Ennio Flaiano e Woody Allen (da sempre!). Milano, gennaio 2008 2/16/2006
I have a dream
(...)Ma quarantadue anni dopo, il talento ancora non è libero; quarantadue anni dopo è ancora purtroppo paralizzato dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; quarantadue anni dopo, il talento ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo il talento langue ancora ai margini della società italiano e si trova esiliato nella sua stessa terra. Per questo siamo qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all'Italia l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza. Il 2006 non è una fine, ma un inizio. Non ci sarà in Italia né riposo né tranquillità fino a quando ai talenti musicali italiani non saranno concessi i loro diritti di artisti. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia. E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali. Io ho un sogno, che un giorno sulle spiagge della riviera romagnola si leverà un coro intonante una canzone di Immanuel. Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino in Costa Smeralda uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia. Risuoni quindi la libertà dalle poderose pietre dell’Arena di Verona. Risuoni la libertà dai juxe box della Riviera.. Risuoni la libertà dai telefonini dei ragazzi napoletani. Risuoni la libertà dalle spiagge della Sicilia. Ma non soltanto. Risuoni la libertà sui lungomare della Versilia. Da ogni pendice delle Dolomiti risuoni la libertà. E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni spiaggia e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, uomini e donne, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del nostro spiritual: "Bukkake, Bukkake".
|